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Chi
non vorrebbe vivere su un’isola? Nell’immaginario collettivo è
uno tra i maggiori “desiderata”, soprattutto quando si fa fatica
a reggere l’affollamento quotidiano.
Ebbene,
anche il lago di Como ha la sua unica “isola tascabile”, ma
vera “star” in un inquadramento storico importante, che ha visto
Goti, Bizantini, Longobardi, soldati del Sacro Romano Impero e truppe
dei liberi Comuni darsele di santa ragione!
Tutto
questo battagliare è sfociato nel 1169 in un incendio che distrusse
l’isola. Incendio che ha cancellato dalla vista degli abitanti,
tornati dopo l’esilio, oltre alle case anche la chiesa di San
Giovanni Battista, ma nel 1435, uno strano personaggio, forse un
monaco o un pellegrino, convinse un indigeno del posto a seguirlo sul
piccolo terreno insulare, ordinandogli di scavare sotto un noce e che
lì avrebbe ritrovato la chiesa e l’altare di quell’edificio
sacro così caro agli abitanti di Ossuccio.
A
osservarla dal lago, nelle ore diurne, l’isola Comacina sembra un
luogo di semplice e innocua beltà, ma quando le luci della sera si
fanno avanti, la sua sagoma assume un aspetto “oscuro” quasi
volesse avvertire il mondo intero della maledizione che, secoli
prima, un tale Vidulfo, vescovo comasco, le scagliò contro e
purtroppo qualcuno che aveva avuto a che fare con questo luogo così
ameno ne rimase colpito. |
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Colpito,
ma favorevolmente, ne fu anche Re Alberto del Belgio cui l’isola
era stata lasciata in eredità. Nacque un ente morale con a capo il
console del Belgio e il presidente dell’Accademia di Brera. Nel
1939 vennero costruire tre casette in stile razionalista progettate
dall’architetto Pietro Lingeri da destinare a pittori, scultori,
musicisti che avessero voluto isolarsi per dare maggior sfogo alla
propria creatività. Anche
l’ars cinematografica ha voluto far capolino lì e lo ha fatto in
una serata tempestosa, quando sull’uscio della celebre Locanda,
contornato da fulmini e saette, fece la sua apparizione un certo Mr.
Hitchcock.
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