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A Cernobbio sarà presente l’11 giugno una significativa testimonianza
de “Lo spirito del Pianeta” il grande Festival dei popoli indigeni,
delle etnie e delle tradizioni popolari inaugurato il 29 maggio a
Chiudano (BG) e che proseguirà fino al 14 giugno. “Ho cercato
di dare voce ai popoli indigeni e alle tradizioni che ancora
sopravvivono sul pianeta, ridando importanza alla parola Rispetto:
Rispetto per i popoli indigeni e rispetto per la madre terra.” spiega
Ivano Carcano, fondatore dell’Associazione Chicuace In Tonatiuh Sesto
Sole e del Festival Lo spirito del Pianeta (www.lospiritodelpianeta.it).
Il Festival Internazionale dei popoli è nato per dare una
testimonianza diretta di persone che vivono quotidianamente attraverso
la propria cultura, e condividerla con gli altri, per cancellare quegli
stereotipi che molto spesso non rispecchiano la realtà, attraverso il
movimento delle danze, le pre-ghiere, la spiritualità di ognuno di
questi gruppi etnici e delle tradizioni popolari dei popoli indigeni.
Gli obiettivi: promuovere e favorire l'incontro, la conoscenza reciproca
e la fratellanza dei popoli; contribuire a conoscere, valorizzare,
salvaguardare le culture tribali e le varie etnie; sostenere popoli o
gruppi tri-bali nella tutela e salvaguardia delle condizioni ambientali
ed economiche, necessarie a preservare la loro sopravvivenza, il
mantenimento e la valorizzazione delle proprie tradizioni. MAASAI Con
le danze, le cerimonie e i canti tradizionali dal Kilimangiaro, il
gruppo di sette Maasai del Kenya, rappresentanti di una delle culture
più conosciute d’Africa, faranno vivere emozioni della savana più
antica. NAVAJO Il popolo Navajo si era già stabilito
nella zona Four Corners dell’altopiano del Colorado secoli prima che
Cristoforo Colombo arrivasse in America. Oggi la riserva Navajo si
estende negli stati dello Utah, dell’Arizona e del New Mexico per oltre
27,000 miglia quadrate di bellezza impareggiabile. Molti Navajo
rispettano ancora le antiche credenze, note come Hozhooji, la cerimonia
di benedizione. Le loro tradizioni e i loro canti raccontano degli Dei
che aiutarono a creare ogni cosa. Una forte società matriarcale che
crede nella Conchiglia Bianca o nella Donna che Trasforma, colei che
creò e introdusse i primi quattro clan umani.
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RAPA NUI Dall’Isola
di Pasqua Rapa Nui (Cile), il gruppo Haka Ara Henua, costituito
interamente da Maori polinesiani, rappresenta la cultura tradizionale
attraverso spettacoli teatrali e di “pittura corporale”, canti, danze
Koko e poemi antichi. Secondo la tradizione, la loro terra fu scoperta
dal sogno di un uomo di nome Haumaka che la chiamò Te lito (l’ombelico
del mondo). Politicamente, l’Isola di Pasqua appartiene al Cile dal
1888. L’obiettivo più importante è la conservazione della lingua Maori e
della loro identità. SAOR PATROL La cornamusa,
considerata strumento nazionale, accompagna le note di un gruppo che con
la sua grinta e i suoi tamburi, è capace di far respirare l’aria della
Scozia, quella vera. Dal gaelico, il nome di questo gruppo letteralmente
significa "la pattuglia della libertà" (saorsa è la parola gaelica che indica
il concetto di libertà). Questo perché non si tratta di un gruppo
meramente musicale: gli Saor Patrol (Clanranald Trust for Scotland) sono
portatori culturali di una tradizione antica che ha bisogno di impegno e
dedizione per sopravvivere.
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