La sua foto, l’unica disponibile, era stata rubata 30 anni fa dalla lapide posta all’ingresso del piccolo cimitero del Comune intelvese, che accanto alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta domina un’ampia porzione di Val d’Intelvi.
Un vandalismo o forse un raid mirato da parte di un collezionista il maldestro furto della foto. Uno sfregio a un’intera comunità.
Dal 15 aprile 2012, il passeggero di terza classe del Titanic Giuseppe Peduzzi, 24 anni schignanese, una delle 37 vittime italiane del naufragio più famoso della storia, è tornato ad avere un volto grazie all’abilità della disegnatrice Elena Bordoli e ai consigli di Claudio Bossi (massimo esperto italiano del Titanic) e Matteo Pelloli (membro del Titanic Historical Society).
Il suo svolto è il sunto di 10 bozzetti, partendo dai tratti somatici della sorella di Giuseppe Peduzzi, morta giovanissima.
Cento anni dopo il naufragio del Titanic, Schignano e la Val d’Intelvi hanno deciso di riportare indietro le lancette del tempo, celebrando l’intraprendenza di questo ragazzo che a 24 anni sognava l’America.
In molti oggi si recano nel piccolo cimitero per deporre un fiore o una poesia ai piedi della lapide su cui sta scritto “Sul mare ove improvvisa catastrofe di Titanic si sommerse fratello Giuseppe”.
Tra i pensieri letti o lasciati negli ultimi 12 mesi, la comunità schignanese ne ha fatto proprio uno in particolare, a firma di Pompeo Peduzzi: “Il Titanic è la nave della nostra vita, che col suo carico di gioie e di dolori, di speranze e di certezze ogni giorno percorre questo nostro mare, che è la nostra esistenza”.